Lo screening prenatale consente di valutare accuratamente lo sviluppo del feto in tutti i mesi della gravidanza e scoprire tempestivamente eventuali problemi o anomalie, in maniera tale da poter eventualmente intervenire dall'esterno con l'aiuto del ginecologo.
Lo screening prenatale consiste in una serie di esami di vario tipo, periodocità e specificità a cui la gestante si deve sottoporre per controllare la naturale evoluzione della gravidanza.
Lo screening prenatale comporta, innanzitutto, una serie di esami di routine, non invasivi, gratuiti, da effettuare periodicamente:
- Analisi del sangue: il sangue viene prelevato entro il primo trimestre di gravidanza per stabilire il gruppo sanguigno e per controllare il livello glicemico, l'ematocrito, la transaminasi, la presenza di malattie (malattie immunitarie, toxoplasmosi, rosolia...) che potrebbero contagiare il feto. Nel caso in cui i risultati non rivelino anomalie, il prelievo viene successivamente effettuato ogni tre mesi per nuovi accertamenti.
- Analisi delle urine: l'esame delle urine si effettua mensilmente per controllare la presenza di infezioni urinarie, alterazioni renali, presenza di diabete.
- Ecografia: l'ecografia è il metodo utilizzato per monitorare lo sviluppo del feto e delle sue parti anatomiche e organiche. Vengono eseguite, normalmente, 3 ecografie. La prima ecografia si effettua entro il terzo mese di gravidanza per accertare lo stato di gravidanza e il posizionamento dell'embrione. La seconda, detta "morfologica", si fa verso la 20a settimana di gestazione per verificare lo sviluppo morfologico dell'embrione e stabilirne il sesso. La terza, effettuata intorno al 7° mese, serve invece come ulteriore controllo dello sviluppo del feto e del liquido amniotico.
- Monitoraggio del battito cardiaco: è una sorta di elettrocardiogramma, eseguito nelle ultime settimane di gestazione, per controllare il battito cardiaco del nascituro.