Il papiro e la scrittura
L'invenzione del papiro.
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Il papiro è una canna di palude, alta 2 o 3 metri, che cresce in abbondanza
lungo il corso del Nilo.
Intorno alla meta' del III millennio a.C. sostitui la pietra, materiale sul quale fino
ad allora si era scritto.
La comodità, leggerezza e facilità di scrittura del papiro facilito' il progredire
della scrittura e permise anche la circolazione dei documenti da un funzionario all'altro,
migliorando, in tal modo, la gestione del grande apparato burocratico.
La scrittura geroglifica divenne piu' snella, veloce e meno curata nei particolari.
Per questo motivo inizialmente fu adottata soltanto per esigenze d'uso quotidiano,
commerciale e amministrativo; piu' tardi verso il VII secolo a.C., fu impiegata anche
nei testi religiosi ed e' per questo che i Greci la definirono
ieratica
che significa divino, sacro.
Questa scrittura derivava dalla ieratica, ed arricchendosi di nuovi segni,
diventò una scrittura del tutto nuova, senza piu' alcun legame con la scrittura originaria.
Come si realizzano i fogli di papiro
Il fusto (le canne) della pianta sono tagliate in strisce ed immerse in acqua.
Le strisce vengono disposte affiancate le une alle altre fino a formare un foglio unico
sopra di queste si dispone trasversalmente un secondo strato.
Mettendo sotto pressione il foglio ottenuto le sostanze presenti nella pianta di papiro
consentono l' incollaggio dei vari strati mentre si asciugano.
Il risultato è quello di un foglio resistente e leggero dove si può scrivere.
Riferimenti utili