Di seguito le principali fasi di produzione del vino.
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l'elenco dei vini e delle loro caratteristiche.
La vendemmia
La prima fase del processo produttivo vero e proprio è la vendemmia,
ossia la raccolta dei grappoli d'uva maturi. Si parla in questo caso
di maturità tecnologica ossia della migliore concentrazione possibile
degli elementi utili alla fermentazione e al conferimento dei sapori
tipici del vitigno. La maturazione naturale è invece la condizione
ottimale per la germinazione dei semi contenuti nel frutto, e potrebbe
venire raggiunta prima o dopo la maturità tecnologica.
A seconda del tipo di uva (e del vino che si vuole produrre) la
vendemmia può essere effettuata nei mesi di Agosto, Settembre, Ottobre
o Novembre.
Da alcuni anni si è diffusa una sorta di moda per la vendemmia
tardiva, nell'errata convinzione che una maggiore maturazione (e
quindi una maggiore concentrazione di zuccheri) corrisponda sempre ad
un miglior profilo qualitativo e a un maggiore tenore alcolico. In
realtà, in alcuni casi un contenuto zuccherino troppo alto può
addirittura inibire la fermentazione e comunque un grado di maturità
eccessivo indubbiamente altera le caratteristiche gustative e il loro
equilibrio.
La pigiatura
Anche se è familiare l'immagine del contadino che pigia l'uva con i
piedi scalzi, attualmente questo procedimento è realizzato con mezzi
meccanici che garantiscono una maggior resa e velocità operativa.
Il succo d'uva estratto (o mosto) è poi purificato dalle impurità; se
dev'essere vinificato in bianco saranno rimosse bucce, semi e raspi;
se invece è destinato alla vinificazione in rosso questi "residui"
saranno lasciati per conferire, oltre al caratteristico colore, tratti
aromatici particolari come quelli derivati dai tannini. I vini rosati
sono ottenuti con una variante della vinificazione in bianco.
La fermentazione
Perchè il mosto diventi vino è necessario che gli zuccheri contenuti
nel primo si trasformino in alcol e anidride carbonica. Il processo è
innescato dall'azione di alcuni lieviti contenuti nella buccia degli
acini oppure coltivati artificialmente e quindi aggiunti.
I tempi di fermentazione variano da 1 a 10 giorni, e solitamente
dipendono dalle caratteristiche finali ricercate nel vino.
Tendenzialmente, tempi di fermentazione maggiore generano vini più
strutturati e "secchi" (dal momento che rimane meno residuo
zuccherino).
In questa fase è possibile che avvenga l'aggiunta di anidride
solforosa per eliminare batteri e microorganismi sgraditi dal mosto;
purtroppo, questa sostanza, se assunta in grandi quantità, può essere
dannosa per la salute.
Un'alternativa, seppur costosa, esiste: si tratta della fermentazione
a temperatura controllata. Consiste nell'impiego di speciali vasche di
fermentazione chiuse e refrigerate. Le temperature rigide distruggono
i microorganismi nocivi e inoltre favoriscono la precipitazione dei
residui solidi sul fondo delle vasche stesse. Il problema del residuo
è particolarmente evidente nella vinificazione in rosso, che, se non
effettuata con questo sistema, richiede un rimescolamento periodico
del mosto, sulla cui superficie si forma uno strato di materiale che
ne impedisce l'ossigenazione (indispensabile per la fermentazione
stessa).
Al termine della prima fermentazione, è necessario separare queste
impurità (dette anche vinacce) dal vino tramite un processo chiamato
svinatura. Il vino così "chiarificato" è quindi travasato in grandi
botti di rovere (solitamente rovere di Slavonia) nel caso di vini di
qualità, mentre i vini da tavola possono essere conservati per breve
tempo in contenitori d'acciaio.
L'invecchiamento
All'interno della botte avviene una seconda fermentazione; è possibile
che alcune caratteristiche come la gradazione alcolica e l'acidità
siano corrette (ossia modificate) con l'aggiunta di mosto concentrato
o altri sottoprodotti del vino (solitamente a base zuccherina, per
quanto in Italia sia vietato aggiungere dello zucchero vero e
proprio). La maggior parte dei vini bianchi non passa molto tempo in
botte, e dopo alcuni mesi è pronta all'imbottigliamento; i rossi
invece possono essere lasciati invecchiare fino a 5 anni o più.
Negli ultimi anni è molto in voga la barrique, ossia un tipo di botte
di rovere molto piccola, che conferisce al vino un gusto molto
morbido, quasi vanigliato. Questa procedura fa storcere il naso a più
di un esperto, dal momento che alcuni enologi sostengono che
"appiattisca" vini diversi su aromi molto simili. Sicuramente una
botte più piccola significa che una maggiore quantità di vino entra a
contatto diretto con il legno, assorbendone gli aromi in maniera più
consistente; se questo sia un fatto positivo o negativo è una
questione di gusto personale.