L'Inno d'Italia di Goffredo Mameli
Il testo del nostro Inno.
Da insegnare a scuola.
"Lo si cantava con entusiasmo. La polizia rincorreva tutti coloro che lo cantavano,
ma già il popolo lo aveva fatto suo, e in qualunque moto e festa, l'Inno faceva capolino".
Parola di Michele Novaro, il tenore e compositore genovese che musicò i versi scritti
dal giovane patriota Goffredo Mameli nel 1847.
Ma a quei tempi, in pieno Risorgimento, veniva spesso intonato sottovoce perchè era considerato rivoluzionario.
Divenne così l'inno di chi combatteva per la libertà, a Milano come a Roma.
Anche dopo l'unità d'Italia a rappresentare il Paese in musica continuò ad essere la Marcia reale.
E fino al 1918, nelle regioni ancora dominate dall'Austria, chi lo cantava veniva arrestato.
Finchè il 12 ottobre 1946 il Consiglio dei ministri adottò, ma in via provvisoria, l'Inno di Mameli.
Da quel giorno "Il Canto degli italiani" (questo è il vero titolo del brano e non "Fratelli d'Italia"),
è l'Inno nazionale italiano.
Canto degli Italiani di Goffredo Mameli (Musicato da Michele Novaro)
Fratelli d'Italia,
l'Italia s'è desta;
dell'elmo di Scipio (1)
s'è cinta la testa.
Dov'è la vittoria?
Le porga la chioma;
che schiava di Roma
Iddio la creò
(ritornello)
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
(siam pronti alla morte;)
Italia chiamò
Noi siamo da secoli
calpesti, derisi,
perchè non siam popolo,
perchè siam divisi.
Raccolgaci un'unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
già l'ora suonò.
(ritornello)
Uniamoci, amiamoci;
l'unione e l'amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natìo:
uniti, per Dio,
chi vincer ci può?
(ritornello)
Dall'Alpe a Sicilia,
dovunque è Legnano; (2)
ogn'uom di Ferruccio (3)
ha il core e la mano;
i bimbi d'Italia
si chiaman Balilla; (4)
il suon d'ogni squilla
i Vespri suonò.
(ritornello)
Son giunchi che piegano
le spade vendute;
già l'aquila d'Austria
le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia
e il sangue Polacco
bevè col Cosacco
ma il cor le bruciò.
(ritornello)
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
(siam pronti alla morte;)
Italia chiamò
(1) Scipione l'africano, generale romano che scofisse Annibale.
(2) Si riferisce alla Battaglia di Legnano dove la Lega Lombarda si oppose all'invasione straniera.
(3) Si riferisce a Francesco Ferrucci, capitano fiorentino, che morì per difendere la sua città dall'assalto degli eserciti imperiali.
(4) Giovanni Battista Perasso, lanciando un sasso addosso ai soldati austriaci, scatenò la ribellione dei genovesi contro gli invasori.