La biografia di Eugenio Montale
Una concisa biografia di Eugenio Montale.
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Nasce a
Genova nel 1896 figlio di un grosso commerciante.
Nell'adolescenza è costretto ad abbandonare gli studi regolari per la sua cattiva salute, ma continua a leggere molto: Rousseau, Baudelaire, Mallarmé, Valéry, Cervantes, Manzoni.
A vent'anni scrive il suo primo capolavoro:
Meriggiare pallido e assorto.
Chiamato sotto le armi, partecipa alla I guerra mondiale come ufficiale di fanteria.
Nel dopoguerra legge Gentile, Croce e soprattutto Boutroux, la cui filosofia contingentista
(che si oppone al determinismo positivistico, cioè alla spiegazione scientifica di tutta la realtà)
lo influenza nella composizione della raccolta di poesie Ossi di seppia (tra il '20 e il '25).
Nel '25 scopre, come critico letterario, l'importanza di Svevo ed aderisce anche al Manifesto degli intellettuali,
promosso da Croce, contro il fascismo.
Con
Ossi di seppia Montale si stacca dalla precedente tradizione aulica-accademica, carica di toni retorici,
per affermare invece una poesia dal timbro familiare e dialogico, rivolta a un interlocutore-lettore vicinissimo.
La polemica è soprattutto nei confronti di Carducci, D'Annunzio e Pascoli,
Montale non sopporta, di loro i "furori giacobini", il "superomismo", il "messianismo".
Con il '27 inizia il suo ventennio fiorentino.
Fa l'impiegato presso una casa editrice, poi diventa direttore del Gabinetto Scientifico Letterario Vieusseux
(sarà sollevato dall'incarico nel '38 dal regime per motivi politici).
Scrive sulla rivista "Solaria", stringe amicizia con Vittorini, Gadda, Bo, Contini e sposa la moglie di un critico d'arte.
Nella nuova raccolta Le occasioni (1928-39) il tema centrale è "l'altro da sé", una presenza umana o naturale
che viene incontro al poeta, alla ricerca della salvezza.
Questo "altro", di cui Montale è sempre stato gelosissimo, è stato rivelato da un critico letterario nell'82:
si tratta di Irma Brandeis, appartenente a un'illustre famiglia di ebrei mitteleuropei emigrati negli USA.
Pare certo che Irma si sia convertita al cattolicesimo.
La sua presenza percorre quasi tutta l'opera di Montale (vedi la figura di Clizia, pseudonimo usato per indicare la trascendenza).
Ne Le occasioni la lirica è più ermetica, più chiusa, perché pretende di evocare un mistero senza svelarlo.
Negli anni prebellici e durante la IIa guerra mondiale Montale vive di collaborazioni letterarie e di traduzioni.
Il terzo libro pubblicato s'intitola La bufera e altro (1940-1954).
Nel 1948 viene assunto dal "Corriere della sera" e dal 1967 è senatore a vita.
Nel 1975 ottiene il Nobel per la letteratura.
Negli ultimi libri vi è una saggia e amara ironia (Satura, 1962-70, e altri).
Muore nel 1981.
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