Prosciutto di San Daniele
Suini adatti alla preparazione del prosciutto di San Daniele devono
provenire da una delle undici regioni del Nord e Centro Italia
autorizzate (dal Piemonte al Molise) e ivi essere macellati. Le razze
prescelte devono essere Large White o Landrance, che possono essere
combinate con la razza Duroc. Il peso medio di ogni animale non deve
essere inferiore ai 160 kg e l'età non deve essere inferiore ai nove
mesi.
Una volta macellato l'animale, le cosce devono essere refrigerate e
lavorate entro 5 giorno dalla selezionatura. Il peso della coscia non
deve essere inferiore agli 11 kg e, caratteristica fondamentale,
questa deve essere comprensiva dello zampino che, oltre ad essere un
elemento di rispetto della tradizione, permette ed agevola il
drenaggio.Inizia così il processo produttivo vero e proprio: dapprima
la rifilatura delle cosce, per dare bella forma ed asportare il grasso
in eccesso, quindi la salagione con utilizzo esclusivo di sale grosso.
Segue poi la pressatura, esercitata in maniera uniforme, che modifica
la massa delle carni, riducendone lo spessore, facendo sì che la carne
magra e quella grassa si distribuiscano in modo uniforme
Si ha poi un periodo di riposo in luogo fresco perchè la carne tenda
ad insaporirsi, quindi il lavaggio, per asportare il sale in eccesso.
L'asciugatura deve avvenire per mezzo di agenti naturali, in ambiente
ventilato, per agevolare l'apposizione della sugna (grasso di maiale
pestato), che, in alcuni casi, può essere eseguita anche due volte.
Questa operazione precede la stagionatura, da effettuarsi in ambiente
idoneo: grandi stanze, dotate di finestre strette e lunghe, poste sul
lato esposto alla direttrice nord-sud per favorire la giusta
ventilazione e un opportuno ricambio di aria. I prosciutti vengono
appesi in verticale a chiodi infilati nelle rastrelliere e vengono
legati all'altezza dello zampino. A seconda della pezzatura si hanno
tempi di stagionatura variabili, ma il minimo previsto è di 13 mesi.
A questo punto i prosciutti subiscono un ulteriore esame, che viene
effettuato con sistemi di controllo tradizionali ma tuttora validi,
come l'impiego dell'ago di osso per valutare il profumo, la battitura
per giudicare la consistenza e l'esame visivo per valutare l'insieme.
Si arriva finalmente alla marchiatura con contrassegno a fuoco che
rappresenta un'immagine stilizzata di un prosciutto, con al centro la
sigla "S.D.". circondata dalla dicitura circolare "Prosciutto di San
Daniele". Da questo momento si può dare inizio alla
commercializzazione.
Le proprietà organolettiche che ogni prosciutto marchiato deve avere
sono: colore uniforme rosso-rosato della parte magra, profilo e
striature di grasso bianco candido, profumo intenso, gusto dolce e
delicato con retrogusto più marcato, morbidezza al taglio.