Prosciutto di Parma
La lavorazione inizia dalla scelta del suino, che deve provenire dalle
seguenti regioni: Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte,
Toscana, Molise, Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo, deve pesare almeno
145 kg ed avere oltre 9 mesi di età. Il maiale deve essere di razza
selezionata: Large White, Landrance e Duroc.
Dopo la macellazione, le cosce giudicate adatte vengono identificate
con l'applicazione del marchio "P.P." e la sigla del macello.
Successivamente vengono messe a raffreddare per un giorno intero, fino
al raggiungimento della temperatura di 0 ° C. si procede poi alla
rifilatura e viene quindi effettuata la salagione, preceduta da un
energico massaggio, per smuovere le fibre e spremere eventuali residui
di sangue. Anche la temperatura a cui si effettua tale operazione deve
essere studiata: uniforme, ma soprattutto, nè troppo fredda, perchè
impedirebbe l'assorbimento del sale, nè troppo calda, perchè
rischierebbe di generare fenomeni di deterioramento.
Assolutamente banditi additivi chimici o conservanti di qualsiasi
tipo. Terminata l'operazione, la coscia del maiale viene fatta
riposare, per una settimana, in una cella frigorifera, ad una
temperatura compresa tra 1 e 4 ° C, con umidità dell'80%. Al termine,
dopo un'accurata pulizia che la priva del sale residuo, la coscia
viene ancora cosparsa leggermente di sale e messa a riposare in una
cella frigorifera, definita "di secondo sale", dove soggiorna per un
tempo variabile dai 15 ai 18 giorni a seconda del peso. Tolto il sale
rimanente, si sposta la coscia in una cella detta "di riposo", dove
l'umidità deve essere pari a 75% e la temperatura non deve superare i
5 ° C. trascorsi due o tre mesi, si lava il prosciutto in acqua
tiepida e lo si pulisce con attenzione. Dopo averlo asciugato, il
prosciutto passa alla fase definita della "pre-stagionatura", appeso
in grandi stanzoni ad appositi strumenti, definiti "scalere". Si
procede, in seguito, alla battitura della coscia, perchè la forma
tondeggiante sia più regolare possibile e anche per aggiungere del
pepe nella fossetta posta vicino alla noce, affinchè la zona di
contatto risulti asciutta. Siamo quindi giunti alla sugnatura, fatta
con un composto ottenuto da grasso di maiale tritato a cui viene
aggiunto sale e pepe macinato e, se occorre, farina di riso. La sugna
viene distribuita in maniera uniforme, anche per coprire eventuali
screpolature. Così preparato, il prosciutto deve subire un ulteriore
trasferimento: è la volta del passaggio in "cantina", così definita
perchè più fresca e mano ventilata degli asciugatoi. In questo periodo
si procede al "sondaggio": con un ago ottenuto da un osso di cavallo,
si forano le carni in profondità, allo scopo di valutare le
caratteristiche olfattive raggiunte fino a quel momento, per giudicare
se l'andamento della produzione segue un processo regolare. L'uso
dell'osso di cavallo è dovuto alla sua facoltà di assorbire pienamente
gli aromi dell'elemento in cui viene introdotto, salvo poi riperderli
con altrettanta velocità. Superato quest'ultimo esame, i prosciutti
possono finalmente iniziare la fase di stagionatura. Viene allora
applicato un sigillo circolare con la sigla "C.P.P." (Consorzio del
Prosciutto di Parma), in cui viene riportato il mese e l'anno di
inizio della stagionatura. Questa ha un tempo variabile: di 10 mesi,
per i prosciutti di peso variabile dai 7 ai 9 kg, e di 12 mesi per
quelli che superano tale pezzatura.
Trascorso tale periodo il prosciutto viene ancora sottoposto ad un
esame per giudicare se le caratteristiche olfattive siano quelle
richieste e, se questo avviene, viene impresso il marchio a fuoco
della "corona a 5 punte", un contrassegno di Stato che certifica la
qualità del prodotto.